martedì 30 ottobre 2007

L'ultima cena online. Alcuni dati tecnici

Dal comunicato della Società HAL9000:
L'immagine ha una larghezza di 172.181 pixel ed una altezza di 93.611 pixel per un totale di 16.945.790.099 (sedici miliari ...) pixel; per garantire l'assoluta fedeltà cromatica della riproduzione l'immagine è stata generata con una profondità di colore di 16 bit, doppia rispetto a quella delle convenzionali immagini digitali; l'occupazione su disco dell'immagine è superiore a 96 Gbyte.

Dal comunicato della Soprintendenza:
"L’Ultima Cena è stata oggetto nel passato di importanti campagne fotografiche con le migliori tecniche in quel momento a disposizione; da quelle dell’inizio novecento in bianco e nero attraverso le grandi lastre di vetro a quelle degli anni ’80 eseguite a colori a scala 1:1 e dunque questa nuova campagna fotografica, eseguita con raffinata tecnica digitale, è un fondamentale contributo documentale-scientifico che prosegue questa tradizione."


Il progetto è stato illustrato sbato 27 ottobre u.s., nella cornice della Sagrestia del Bramante, nel corso di una conferenza stampa cui hanno partecipato tra gli altri, dal sovrintendente per i Beni architettonici di Milano, Alberto Artioli, e dal presidente dell'Ente Raccolta Vinciana, Pietro Marani.

Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione di diversi partner:
  • AMD, multinazionale americana, che ha fornito la tecnologia d’elaborazione ad elevate prestazioni;
  • Clauss, società tedesca, che ha fornito la struttura d’orientamento ad alta precisione,
  • De Agostini per il supporto web e la comunicazione;
  • I-Net per l’accesso internet ad alta velocità;
  • Nikon per le attrezzature fotografiche allo stato dell’arte.

Il sistema di visualizzazione consente di ingrandire e osservare qualsiasi porzione del dipinto, fino a cogliere particolari di circa un millimetro quadrato di superficie. La ripresa è stata effettuata con la tecnica della "fotografia panoramica", un sofisticato metodo di ricomposizione di più foto in un unico scatto, pari alla realizzazione di una fotocamera virtuale da 16mila Megapixel. Per l'illuminazione si è adottato uno specifico sistema validato dal Laboratorio di Fisica dell'Istituto centrale per il Restauro.
Il progetto è nato nella primavera del 2007 dall'incontro fra il Ministero dei Beni culturali, la Sovrintendenza del capoluogo lombardo e la società Hal9000, a cui è stata affidata la
realizzazione del progetto.

Come sempre avviene all'enorme quantità di siti dove è stata pubblicata questa notizia corrisponde una stringata sintesi della notizia Reuter in chiave internazionale e il comunicato Ansa in chiave locale. Pochissimi particolari tecnici. Le statistiche di accesso sono state citate attraverso le fonti di stampa per sottolienare il gran numero di accessi ma il contatore di accesso della sosietà statcounter.com non è nemmeno linkato nella home page della società.

Alcune osservazioni sulle forze in campo.
La società De agostini è leader nel settore culturale sia per le pubblicazioni sia per la gestione, in conto del Ministero, di parte delle attività economiche. Non possiamo dimenticare Lottomatica la Societá, di cui il Gruppo De Agostini é azionista di maggioranza, che distribuisce giochi e servizi attraverso una delle reti di collegamento on-line in tempo reale piú estese in Europa
Di passaggio dovremmo ricordare come la De Agostini sia uno dei principali content provider del portale Italia.it (per il quale portale il Ministro Rutelli ha recentemente presentato una relazione alla Corte dei Conti ipotizzando danno erariale nella redazione del sito stesso) e che quindi una sua collaborazione con il MiBAC nasce, ovviamente, da molto tempo.

domenica 28 ottobre 2007

"Last Supper" to go online

Alcune fonti ed alcuni commenti nel web
Questa la notizia lanciata da Reuter

Come la notizia è stata rilanciata dalle agenzie di stampa e siti web nel mondo

Come la notizia è stata rilanciata dalle agenzie di stampa e da siti web in italia

La notizia è stata lanciata dall'Ansa alle 12:53 il giorno 27 ottobre. A tutt'ora non sembra esserci traccia di questa informazione sui siti web del MiBAC.

sabato 27 ottobre 2007

Il Cenacolo in alta risoluzione meglio online che dal vivo

Questo riepilogo non è disponibile. Fai clic qui per visualizzare il post.

martedì 16 ottobre 2007

Fermàti ...

Devo dire che una scommessa sarebbe stata inutile.
Una vampata, una alzata di spalle e, almeno sulla stampa quotidiana o negli spazi di dibattito, la polemica, ovvero, le tematiche poste da Settis/Ginzburg alla attenzione e al dibattito della comunità dei conservatori ... sono sparite.
Aspettiamo ( se mai ce ne saranno) reazioni sui periodici istituzionale. Ma questi se hanno qualità da proporre hanno, sicuramente, nessuna capacità di "stare sulla notizia".
Nel frattempo nei grandi corridoi si continua a parlare di mezzo milione di euro per quel certo lavoro ecc... ecc...

... poi dice che uno si butta a sinistra ... ed io pago ... (totò)

mercoledì 3 ottobre 2007

Fermiamo i restauri ... (Ginzburg/Settis)

Questo post si trova anche nel Forum Conservazione&Restauro dove è possibile contribuire al dibattito.

Credo sia necessaria una riflessione sull'articolo che appare oggi su "la Repubblica" (prima pagina) "Fermiano i restauri cambiano la nostra storia" a firma di Carlo Ginzburg e Salvatore Settis.

La richiesta/proposta di una pausa di riflessione nell'ambito del mondo dei rutilanti restauri nasce dalla considerazione che forti concentrazioni di danaro si concentrano su grandi interventi proponendo/imponendo restauri sempre da vetrina, straordinari e che ricercano risultati da prima pagina.
Ginzburg e Settis insistono nel chiedersi quanto sia davvero reversibilè l'azione compiuta su alcuni capolavori.
Fatti i debiti paragoni sembrerebbe che l'esigenza di comunicazione faccia il paio alla smania dei restauri ripristinatori che caratterizzò gli anni pre fascisti e fascisti. Allora motivi ideologici (e comunque sempre la ricerca di formidabili vetrine per veicolare qualcosa di diverso che il rispetto dei monumenti) oggi il capitale e forti concentrazioni economiche si impegnano spasmodicamente alla ricerca di consenso e pubblicità.
Corollario a questo discorso è la capacità di impegnare cifre notevolissime per la diagnostica e per la documentazione. E' la lezione ICR e OPD di questi decenni. Non si può dare intervento senza l'ausilio della diagnostica scientifica.
Tutto questo genera talvolta circoli virtuosi altre volte sprechi inimmaginabili.

Tra l'altro non mi pare privo di significato che l'articolo appaia oggi nello stesso giorno in cui Settis introduce la giornata di cui al post La tutela dei Beni Culturali: i cantieri, gli archivi e la comunicazione. Come se sia stato scelto questo contesto perchè proprio quello in cui i temi agitati trovino la massima adesione al mondo reale.


Questo l'articolo:
Fermiamo i restauri cambiano la nostra storia
CARLO GINZBURG SALVATORE SETTIS

Nell'ultimo quarto di secolo la fisionomia di opere capitali, che appartengono al patrimonio artistico non dell'Italia soltanto ma dell'umanità, è cambiata profondamente. Al restauro del soffitto della Cappella Sistina e del Giudizio di Michelangelo, preceduti da quello della Camera degli sposi affrescata da Mantegna a Mantova, sono seguiti restauri dei cicli di Masaccio e Masolino a Santa Maria del Carmine, dì Giotto a Padova, di Piero della Francesca ad Arezzo: un lungo elenco che potrebbe continuare, includendo tavolo e tele altrettanto importanti conservate in chiese e musei.
Si è trattato di restauri diversi per natura e per risultati. Essi sono stati discussi, e continueranno ad esserlo, da parte degli addetti ai lavori. Ma il fenomeno ha richiamato da tempo un'attenzione più vasta da parte dell'opinione pubblica internazionale. Come cittadini vogliamo esprimere una profonda preoccupazione. Chiediamo una pausa di riflessione, che nasce dalle seguenti considerazioni.
1) Il concentrarsi dei restauri su opere celeberrime come quelle citate, riprodotte in tutti i manuali di storia dell'arte, non ha bisogno di spiegazioni.
I gruppi industriali o finanziari che appoggiano quei restauri investono ingenti sommi; di denaro in cambio di pubblicità: chiedono risultati visibili, possibilmente clamorosi; all’ eliminazione di ciò che può aver prodotto il degrado sono meno interessati. Una conseguenza inevitabile è che le opere meno note, ma altrettanto o più bisognose di restauro, vengono spesso ignorate. Una conseguenza possibile (e tutt’altro che irrealistica) è che opere notissime vengano sottoposte a restauri non urgenti che le rendano ancora più fragili. L'incuria e l’accanimento terapeutico sono due facce della stessa medaglia.
2) Ogni restauro costituisce un'interpretazione storica, anche quando si nasconde dietro l'alibi di una presunta scientificità «asettica» e senza tempo. Ma l’interpretazione di un testo scritto (una cronaca, un atto notarile ecc.) non e’ irreversibile; il restauro in molti casi lo è.
Togliere una velatura da una tavola, un ritocco a secco da un affresco. un elemento che fa parte della stratificazione storica dell'opera, equivale a bruciare la pagina di un testo che ci è arrivato in un unico manoscritto. Quella tavola, quell'affresco non torneranno mai più quello che erano: e d'altra parte la restituzione dell'opera al suo stato originario, quando uscì dalle mani del’ artista , è per definizione inattingibile.
E' giusto che una generazione si arroghi il diritto di intervenire drasticamente, trasformandola in maniera irreversibile, su una parte così cospicua, qualitativamente e quantitativamente, della tradizione artistica italiana, sulla base di una cultura figurativa specifica - la nostra, modellata dalle fotografie a colori e dai faretti, dalle sciabolate di luce elettrica che trasformano il gioco delle luci e delle ombre in carte da gioco? E' giusto correre un rischio del genere? Come l'ambiente naturale, anche l'ambiente artistico è diventato estremamente fragile. In entrambi i casi la riflessione arriva forse troppo tardi, in una situazione ormai compromessa. Ma come il proverbio ci ricorda amaramente, il peggio non è mai morto. Dobbiamo chiederci quale patrimonio artistico ci apprestiamo a lasciare alle generazioni future, e in quali condizioni. Non dobbiamo dimenticare che, quando era direttore dell'Istituto Centrale per il Restauro, Giovanni Urbani propose di sostituire alla strategia del restauro come terapia d'urto quella della «conservazione programmata»: un contìnuo, capillare, diffuso monitoraggio delle opere d'arte teso a impedirne o rallentarne il degrado.
E' un'indicazione preziosa, a patto che si tenga presente, al di là della lettera, lo spirito che l'ha dettata.
Una pausa di riflessione, una discussione ampia e non convenzionale su questi temi sono necessarie.
Chiediamo una sospensione di tutti i restauri ad eccezione di quelli a fini di mera conservazione.

Una moratoria è necessaria


(OCR da articolo pubblicato su "La Repubblica" questa mattina. Riferirsi sempre alla fonte originaria)

lunedì 1 ottobre 2007

La tutela dei Beni Culturali: i cantieri, gli archivi e la comunicazione

Riporto integralmente (notizia relativa esclisivamente alla giornata del 3 ottobre):
Alla Scuola Normale Superiore due giornate di studi su "La tutela dei Beni Culturali: i cantieri, gli archivi e la comunicazione"
Alla Scuola Normale Superiore due giornate di studi su

SICaR w/b sarà al centro della prima delle due giornate di studio La tutela dei Beni Culturali: i cantieri, gli archivi e la comunicazione, ospitate presso la Scuola Normale Superiore di Pisa nei giorni 3-4 ottobre 2007.

La giornata, il cui tema è I cantieri: gestione informatica e condivisione in rete dei restauri, approfondirà le potenzialità e le aspettative dei webGIS e in particolare analizzerà i casi di applicazioni di SICaR w/b, adottato da 13 soprintendenze per la gestione dei cantieri di restauro nell’ambito del progetto ARTPAST.

Enti promotori dell’iniziativa sono:
Ministero Beni Culturali, Direzione Generale Innovazione Tecnologica e Promozione
Scuola Normale Superiore di Pisa
in collaborazione con: Università di Udine, Laboratorio L.I.D.A.
a cura di: coordinamento Progetto ARTPAST

Di seguito il programma della giornata:

3 ottobre
I cantieri: gestione informatica e condivisione in rete dei restauri

9,00 Arrivo dei partecipanti

9,30 Saluti

  • Salvatore Settis (Scuola Normale Superiore di Pisa)
  • Antonia Pasqua Recchia (Direttore generale per l’Innovazione Tecnologica e la Promozione): Due progetti per la costruzione di una piattaforma digitale: da ARTPAST a REARTE

Introduce e presiede: Caterina Bon (Direttore Istituto Centrale del Restauro)

10,00 – 12,30
Lo stato dell'arte

  • Cristina Acidini (Soprintendente Polo Museale Fiorentino; Soprintendente Opificio delle Pietre Dure): Riflessioni sul contesto internazionale
  • Carla Bartolomucci (ICVBC - CNR): I sistemi informativi per la documentazione dello stato di conservazione
  • Francesco Sacco (ICR): Alcune sperimentazioni dell’ICR nel campo del GIS per il restauro
  • Cecilia Frosinini, Massimo Chimenti (Opificio delle Pietre Dure): Modus operandi
  • Lorenzo Appolonia (Soprintendenza per i beni e le attività culturali-Regione Val d’Aosta), Paolo Salonia (CNR-Roma): Un GIS per il controllo e la manutenzione
  • Un Sistema Informativo in rete per i Cantieri di Restauro: SICaR per ARTPAST
    - Clara Baracchini (D.L. progetto ARTPAST): Sperimentazione e prospettive
    - Roberto Parenti (Università di Siena): SICaR per la registrazione della struttura materiale
    - Andrea Vecchi (Liberologico): Un GIS in rete

12,30 – 16,30
Sicar: un anno di sperimentazione nelle Soprintendenze

  • Francesca Fabiani, Raffaella Grilli (coord. ARTPAST per SICaR): SICaR, esperienze e adeguamenti del sistema


Cantieri in corso e progetti per la diffusione

  • Adele Mormino (Soprintendente ai Beni Culturali, Ambientali, Architettonici di Palermo), Lina Bellanca (Servizio beni Architettonici Sopr. BB.CC..AA.di Palermo): Il restauro e la documentazione: esperienze di SICAR a Palermo
  • Lucia Bassotto, Ferdinando Rizzardo (Sopr. BAPPSAE di Venezia e Laguna), Ipotesi per la diffusione e il radicamento
    13,30 Pausa pranzo

14,30
Ripresa lavori

Introduce e presiede: Mariarosaria Salvatore (Direttore Istituto Centrale Catalogo e Documentazione)

  • Antonia d'Aniello (Sopr. BAPPSAE di Lucca e Massa Carrara): Dalla documentazione alla diffusione: SICaR per la cattedrale di Lucca
  • Katia Canti (Sopr. BAPPSAE dell’Umbria): SICaR per un nuovo progetto:la Fototeca della Galleria Nazionale dell'Umbria
  • Veronica De Vecchis (Sopr. PSAE dell’Abruzzo): Un esempio emblematico di recupero nella provincia di Pescara


Adesioni e prospettive

  • Lucrezia Cuniglio (Soprintendenza per i beni archeologici per la Toscana: L'uso di SICaR come strumento per la programmazione e la gestione contabile degli interventi di restauro delle strutture archeologiche
  • Marilina Betrò (Università di Pisa, Dipartimento di Scienze Storiche del Mondo Antico): La condivisione di ambienti virtuali (Multi-User Domain) nell’indagine archeologica della tomba di Huy a Tebe Ovest (Luxor-Egitto) e il progetto di consolidamento e restauro della sala dipinta: SICAR in Egitto
  • Maria Rosa Cagliostro (Presidente Consorzio CE.RE.RE., Reggio Calabria): SIDI: Un laboratorio tecnologico integrato per la valorizzazione dei centri storici
  • Maria Pilar Soriano, Maria Antonia Zalbidea (Departamento de Conservación y Restauración, Facultad de Bellas Artes, Universidad Politecnica de Valencia): Proposta di applicazione di SICaR per la formazione dei restauratori in Spagna


16,30
Discussione
Coordina: Antonia Pasqua Recchia (Direzione generale ITP)

Partecipano tra gli altri: Mario Lolli Ghetti (Direzione regionale della Toscana), Gianbruno Ravenni (Regione Toscana)

the saga culturaitalia

Ho già detto, scritto e descritto nella pagine della rivista il rapporto perverso che lega tag/ parola visti dai motori di ricerca. E come questi in realtà potrebbero divenire risorse....

In altre parole io vorrei potrei, invero, anche non parlare di culturaitalia.it almeno nella versione che sarà responsabilità e gestione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Ma parlarne ora sarebbe quasi del tutto inutile (vacuo) perchè non ci sono tracce del lavoro pubblicamente accessibili al momento. In altre parole se uno di noi digitasse culturaitalia.it il motore di ricerca troverebbe culturaitalia.it che è il sito registrato da una società che è riuscita a bruciare sul tempo chi doveva provvedere alla registrazione del dominio culturaitalia.it.
Purtroppo così è stato e quindi culturaitalia.it non è stato registrato, come sarebbe stato giusto da chi l'idea aveva proposto e presentato bensì, inopinatamente, il dominio culturaitalia.it è stato registrato da altra società.
Ma il destino di è stato descritto a lungo e non vale la pena di scrivere come ossessi culturaitalia.it culturaitalia.it culturaitalia.it culturaitalia.it culturaitalia.it culturaitalia.it.
La risposta non cambia e , almeno nel breve termine, non cambierà.

Non rimane che attendere la uscita ufficiale (su dominio evidentemente diverso da culturaitalia.it) e, non è improbabile apprezzare il lavoro che i vari protagonisti si apprestano a compiere!

Qual'è il significato di questo post? Non è difficile!

sabato 15 settembre 2007

Culturaitalia.it

La storia di questo "dominio" è bizzarra. Molto bizzarra.
Chi vuole potrà leggere questo post nel quale manifesto tutta la mia curiosità.
Alcune osservazioni sul portale (quello del Ministero) sono contenute nel prossimo numero della rubrica, il n°65.
Dirò che nel frattempo l'attesa rende nervosi ...

martedì 14 agosto 2007

Kermes 64

Pubblicato nel sito della rubrica il contenuto del numero 64.
Questi i temi trattati:
  • I video dello sbarco sulla luna e la conservazione del nostro mondo
  • Brandi nel web 2
  • Non c’è gusto
La pubblicazione è avvenuta con ritardo rispetto alla scrittura del contributo. Ma i temi, credo, non siano nel frattempo ... svaniti.
Anzi. Non pare che i nastri siano stati ritrovati anche se qualcosa mi era stato detto a proposito. Ma il web interrogato .. non ha fornito risposte positive.

Questi, infine, i titoli del maxi contributo che verrà pubblicato nel numero 65 della rivista:
  • Italia.it
  • Culturaitalia.it
  • Tutto il cucuzzaro
  • Leggere la legge
  • Forum Restauro & Conservazione
  • Brandi nel web – 3
  • Dedica e sDedica
Ad maiora (ce la farò a sopravvivere?) !!

giovedì 10 maggio 2007

Portali come se piovesse ...

Da un pochino di tempo vedono la luce alcuni grandi progetti di portali nell'ambito del mondo dei beni culturali.
Una insopprimibile voglia di creare portali (cosa significa esattamente portale?) concentra su di se risorse.
Tra i compiti della rubrica sarà quello di prendere in esame e verificare criticamente questi prodotti. Al momento si segnala http://www.internetculturale.it di cui mi sono già occupato.
Poi http://www.cultura.xxxxxxxxxxxxx.it non vede la luce. Ma dovrà, credo, vederla, se non altro per impegno contrattuale.
La lista dei collaboratori potrebbe essere pubblicata semza problemi. Non c'è certo nulla da nascondere.
Poi sistemi nazionali sembra vogliano sorgere.
No la rubrica non perirà certo per mancanza di stimoli. L'unico rischio è che venga chiusa come in fahrenheit 451 venivano bruciati i libri. Non certo per eroismo di chi scrive (figuriamoci) quanto per una ingiustificata iper-suscettibilità.
Mi fermo quì.

giovedì 3 maggio 2007

Robin Letellier

Triste pensare che dietro i nostri fascinosi divi locali c'è tanta gente che produce cose importanti.
Tutta l'iniziativa RecorDIM (seguita a GraDoc, seminario Iccrom a numero chiuso che produsse una pubblicazione) puntata alla comprensione e GAP tra produttore di software/documentatore e conservatore/restauratore ha visto Robin non formalmente Coordinatore ma propulsore e instancabile animatore.
Alcune informazioni aggiuntive: http://informaticaapplicata.blogspot.com/2007/05/robin-letellier.html

Nel frattempo i nostri fascinosi divi potranno mettere in fila altri cinque o sei aggettivi desueti, strepitosi, annichilenti ... ed alcune pause di quelle che spezzano il fiato!
Che stile!
Che cultura!
Fateli tutti Ministri tutti assieme!!!

ps l'azzeccagarbugli ricorda qualcosa? A cosa servivano le parole al nostro?

venerdì 27 aprile 2007

Conservare il digitale

Nel prossimo numero della rivista alcune considerazioni sulla conservazione del materiale "documentario" contemporaneo. Quale? Tutti noi abbiamo a casa audiocassette, i mitici floppy disk da 3'1/2 e qualcosa di simile. Tempo fa trovai addirittura nastri magnetici provenienti dai computer in uso alla fine degli anni 70. Li uso come soprammobile.
Le audiocassette (talvolta) possiamo riascoltarle. Gli stereo sono dotati (sempre meno) di lettore di nastri. Sparito totalmente il video8 e formati vari che durarono lo spazio di alcune stagioni.
Il resto? Cosa ne è dei dati contenuti nei "flopponi"?
E se mai li potessimo leggere siano proprio sicuri di poterli "interpretare" con i programmi attualmente diffusi?
Qualcuno ha i floppy driver da 3'1/2 istallati?

martedì 17 aprile 2007

Da dove proviene la "conservatione"?

L'immagine a sinistra è tratta da:
Cesare Ripa's Iconologia of Uytbeeldinghen des Verstants
, vertaald door Dirck Pietersz. Pers, Amsterdam 1644. De facsimile ervan is ontleend aan: Cesare Ripa. Iconologia of uytbeeldinghe des verstands. Met introductie van Jochen Becker, Davaco Publishers, Soest 1971

Link per l'immagine della "Conservatione"

Una rubrica ed un blog?

La rubrica Internet per il restauro ha mosso i primi passi nel numero 45 della rivista Kermes (gennaio - marzo 2002).
All'apparire del ventesimo numero della rubrica sul numero 64 di Kermes ... sono necessarie alcune riflessioni.
Che verrano esposte nella maniera + sintetica possibile sotto forma di domande:.

1- C'era bisogno di un blog? SI!
2 -Proviamo? SI!
3 -Ma non staremo esagerando???? SI!

Le pagine istituzionali della rivista Kermes

http://www.nardinirestauro.it/index_base.asp?zoom=homepage2&idCanale=2#